Secondo episodio

L'Insomnia: crocevia di destini. 

Michael è in macchina quando il suo cellulare squilla. -Pronto?-
-Pronto? E' Michael Calligan?-
-Sì, sono io-
-Buongiorno. Io sono Megan Conley, della Forrester Creations. Eric Forrester mi ha detto che lei ha bisogno di fissare un appuntamento con Brooke Logan-
-Ah sì certo!-
-Lunedì alle 10.00 potrebbe andar bene?-
-In questo momento sono in macchina e non posso consultare la mia agenda. Facciamo così la richiamo al più presto per darle una risposta. Va bene?-
-Va benissimo. A risentirci allora-
Ridge, nel frattempo, cerca di non perdere di vista l'auto di Michael: avendo ascoltato la conversazione telefonica al Mannequins, ha capito che quell'uomo è coinvolto in qualche modo con la Forrester e adesso vuole assolutamente scoprire chi sia.
Michael si ferma nel parcheggio di un centro commerciale della Calligan Corporation i cui uffici fungono per lui da sede lavorativa a Los Angeles.
-Maledizione! Volevo scoprire chi fosse ma non posso certo aspettare che quel tizio finisca di fare shopping per con
tinuare a pedinarlo!-                                                                       Ridge sta per rimettere in moto la sua auto quando sente l'addetto al parcheggio rivolgersi a  Michael:
-Buongiorno Signor Calligan!-
-Signor Calligan?- esclama Ridge stupito.....    

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Nel frattempo all'Insomnia Steve si alza da terra e subito raccoglie la borsa di Amber sulla quale è inciampato. -Santo cielo! Si è fatto male?-
-No, non è niente-
-Ho sempre la testa tra le nuvole! Scusi tanto!-
-Non si preoccupi, anch'io sono un tipo molto distratto!-
Intanto Bridget si avvicina:
-Tutto bene qui?-
-Oh ciao cognatina! Il signore è inciampato sulla mia borsetta; per fortuna nulla di grave. Sono qui per parlarti di una cosa importante-
Steve si allontana dalle due ragazze, e si dirige in fretta verso l'uscita.
                                          

Ad un tavolo Doris sta pensando tra sè e sè:                                                                      -Steve! Quando tempo è passato...Chissà perchè è qui! Ma cosa fa? Va via? Forse dovrei seguirlo! Ma per dirgli cosa? Lasciamo stare...Fammi leggere un pò questo giornale-

-Scusa un attimo Amber. Signor Carson, signor Carson, il signor Garrison ha deciso di riceverla subito, che fa va via?-
-Sì signorina, mi scusi se le ho fatto perdere tempo ma improvvisamente ho ricordato di avere un altro impegno: tornerò in un secondo momento-

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Steve esce di corsa dal locale e, una volta fuori, tira un sospiro di sollievo.
-Per un momento ho creduto di soffocare. Chissà se avrò mai il coraggio di rimettere piede lì dentro!-
Steve continua a camminare senza riuscire a spiegarsi quella brutta sensazione. Dopo una decina di metri si imbatte in una panchina, si siede e, come spesso gli capita quando è triste, comincia a rivangare il passato...

....( inizio flashback) E' una bella sera d'estate ed Amy, la ragazza di Steve, compie vent'anni. Dopo aver cenato in un locale romantico i due fidanzatini si recano in discoteca. Steve inizia a bere un pò troppo così Amy lo convince a tornare subito a casa. L'alcool, però, ha già fatto effetto e Steve guida verso casa fortemente infastidito dalle luci della strada. Per evitare un cagnolino in sosta al centro della sua corsia, Steve esce fuori strada e si schianta contro un albero. Amy muore sul colpo, Steve ne esce con qualche contusione.....(fine flashback)

I ricordi si interrompono bruscamente, quasi a voler rimuovere quanto accaduto. Quando ritorna alla realtà Steve piange e continua a ripetersi -"ho ucciso la mia Amy, ho ucciso la mia Amy"-  

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Quando Julia riaprì gli occhi vide intorno a sè alcune persone del tutto sconosciute: la più giovane indossava un camice bianco che probabilmente serviva a coprire un vestito un pò troppo sexy. La ragazza si avvicinò a lei con fare gentile e la informò che si trovava in ospedale. Julia si stupì: non ricordava nulla di quello che era accaduto nelle ultime ore ma ben presto la memoria le tornò. Rivide la scena dell'incidente, la macchina che fuggiva a tutta velocità, la gente che la circondava. Un nome, in particolare, continuava a risuonarle nella testa: Eric Forrester! Per un attimo (ma a lei sembrò un'eternità) si era sentita attratta da quell'uomo così elegante. Non aveva mai provato una sensazione simile in tutta la sua vita! Probabilmente era dovuto al fatto che si trovava sotto shock. In ogni caso aveva tutta l'intenzione di recarsi alla Forrester per ringraziarlo del suo interessamento. Benchè lo avesse visto per così poco, Eric aveva già fatto un buon effetto su di lei: era riuscito persino a farle scordare il motivo del suo viaggio a Los Angeles! Mentre Julia era assorta nei suoi mille pensieri, un dottore, Ernest Cohen, le si avvicinò e le spiegò brevemente cosa le era accaduto. Gli esami avevano dato tutti esito negativo: entro un paio di giorni avrebbero potuto dimetterla.
-Vuole che avvisi qualche parente del suo ricovero?-
-No la ringrazio. Non è necessario- La domanda del medico, però, la indusse a pensare al marito e al figlio.
-Sono convinta che Steve se ne è andato in Europa. E' probabile che non lo riveda mai più-
Julia non sapeva ancora di quanto si stava sbagliando:entro breve il destino avrebbe riunito madre e figlio....

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Nel frattempo, non molto lontano da lì, Jennifer prendeva possesso del suo nuovo appartamento, insieme alla sorella Kelly (di 8 anni più grande). -Che bella giornata! Restare in casa solo per disfare tutti questi bagagli sarebbe ridicolo! Los Angeles non sarà la mia amatissima San Francisco ma ha sicuramente molto da offrire e io voglio visitarla tutta, da cima a fondo! Beh, visto che è passata l'ora di pranzo già da un bel pezzo, potrei cominciare da quel locale che ho notato passando. Non è molto distante e sarà pieno di ragazzi: quale migliore occasione per farsi dei nuovi amici?-
Appena varcata la porta del locale, Jennifer rimane affascinata dall'atmosfera che vi si respira. Non c'è ancora molta gente così ne approfitta per ordinare qualcosa al bancone e attaccare bottone con la cameriera.

-Desidera?-
-Volevo un succo di frutta, un'insalata mista e qualche informazione sulla città, ti dispiacerebbe darmele?-
-Anche tu sei nuova?! Sembra che questa settimana tutti si vogliano trasferire a Los Angeles! Io mi
chiamo Bridget e posso dirti che, se hai voglia di fare nuove conoscenze, questo posto fa al caso tuo!-
-Bene, sai mi sono appena trasferita e non conosco nessuno...Ah dimenticavo il mio nome è Jennifer-

-Molto piacere...- La loro conversazione viene però interrotta poichè Cj Garrison richiama la sua
dipendente.
Poco dopo Bridget torna al bancone e con aria molto dispiaciuta si rivolge a Jennifer:
-Hai bisogno d'altro? Mi spiace ma non posso fermarmi molto a parlare perchè devo aiutare il mio capo a sistemare alcune pratiche.-
-No vai pure, volevo solo sapere se posso trovare qualche lavoro part-time-
-Beh qui si cerca personale...ma non so forse hanno già trovato...tenta un colloquio.-
-Ok, vedrò cosa fare, comunque grazie mille-
-Sono contenta di esserti stata utile. Ci vediamo!-

Rimasta sola Jen si guarda un po' intorno e rimane letteralmente colpita da una ragazza (sulla trentina) seduta al tavolino di fronte. Vorrebbe avvicinarsi, presentarsi ma qualcosa la blocca......    

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Susan, nel frattempo, è arrivata all'Insomnia, con almeno una mezzora di anticipo. Ripensa alla sera prima e alle parole di C.J. E' pronta per il provino ma non essendo la prima decide di ingannare l'attesa ordinando un caffè, fumando una sigaretta.
-Ciao Bridget,posso avere un caffè,per favore?-
-Ciao Susan,certamente. Sei pronta per il provino?-
-Sì,anche se non pensavo ci sarebbero state così tante ragazze. Mi è venuta un pò d'ansia!
-Tranquilla Susan,sono convinta che ti andrà bene!- Bridget sorride e poi si allontana.
Rimasta sola Susan si accende una sigaretta e dà un'occhiata in giro. I suoi occhi si soffermano su C.J. che sta parlando con un signore molto elegante.
Bridget ritorna con il caffè. -Senti Bridget chi è quel signore che sta parlando con C.J.?-
-E' suo padre,il signor Clarke Garrison e lavora alla Spectra Fashion-
-Susan tocca a te-
-Ok...è arrivato il gran momento. Grazie per tutto Bridget!-
-Di nulla Susan e in bocca al lupo-
-Crepi!-
   

Nell'altra ala del locale Doris, continua a leggere il suo giornale, in attesa di assistere ad alcune audizioni. La sua attenzione viene attirata dagli annunci immobiliari <<Affittasi stanza singola in appartamento da condividere con una sola persona...Per informazioni telefonare al nr 349050 e chiedere di Steve>> -Che sia proprio lui? Sarebbe davvero una strana coincidenza! Beh, io provo!- Al telefono le risponde un uomo che le fissa un appuntamento per il giorno successivo, alle 20:00. Doris si segna su un pezzo di carta l'indirizzo e il cognome sul campanello: Sharpe! Doris sta ancora sorseggiando il suo caffè quando si accorge che un uomo, poco lontano, la sta osservando intensamente. -Carino! Misterioso! Chi sarà? Perchè mai mi sta starà fissando?-
-Doris? Ehi, Doris! Qualcosa non va?-
-No Bridget, sto bene-
-Il signor Garrison ti riceve subito. Lo trovi vicino al palco: sta ascoltando una nuova cantante-
-Grazie Bridget! Sei stata gentilissima e per questo ti sono molto riconoscente. Dico davvero!-
Mentre si avvia verso il palco sente una delle voci più belle che abbia mai ascoltato in vita sua.

-Dio che brava! Bisognerebbe lavorare un pò il look ma come cantante non le si può dir nulla!-
-Lo pensi davvero?- Doris non si era accorta di aver espresso i suoi pensieri ad alta voce e di aver, così facendo, attirato l'attenzione di un ragazzo seduto lì vicino.
-Sì che lo penso! Credo che sia la voce più melodiosa che abbia mai ascoltato dopo una certa Macy che ho sentito in Olanda anni fa!-
-Hai sentito Macy?-
-Sì! La conosci? E' eccezionale!-
-La conoscevo sì......ma lasciamo perdere e dimmi...come ti chiami? Io sono Cj-
-Ciao Cj! Io sono Doris. Sto aspettando di essere ricevuta per un colloquio dal signor Garrison. Vorrei lavorare qui. E' un bel locale e se ne avessi l'opportunità mi piacerebbe gestirlo o fare la promoter. Organizzerei delle serate a tema....del resto l'ho già fatto in Italia e mi sono divertita un mondo!-
-Come mai sei a Los Angeles allora?-
-Avevo bisogno di cambiare aria così mi sono licenziata ed ora eccomi qui! Tu, invece, che lavoro fai?-
-Io sono il proprietario del locale.....-( Doris era talmente imbarazzata da non riuscire a dire una sola
parola. Non si aspettava che un ragazzo così giovane gestisse un locale tanto famoso. E poi aveva detto tutto quello che pensava, senza scrupoli... Sicuramente non l'avrebbe più assunta e chissà cosa pensava di lei ora! )- ....e ti aspetto qui per le 15 di domani pomeriggio. Sarai una mia collaboratrice. In prova per 6 mesi, poi si vedrà. Domani ci accorderemo su tutto il resto-
-Beh non so che dire! Grazie Cj ...ehm signor Garrison-
-Diamoci del tu, Doris: lo preferisco!-
-Ok. Allora a domani Cj-
Aveva ottenuto il lavoro. Ora doveva solo dimostrare quello che sapeva fare....  

Claudia entra nel locale di cui ha tanto sentito parlare, l'Insomnia e qualche secondo le basta per capire che genere di posto sia: discreto, accogliente e di gran classe! Si sta guardando attorno quando una ragazza, con i capelli lunghi e biondi, le rivolge la parola:
-I colloqui con le cameriere sono da quella parte- e Claudia- Non sono qui per fare la cameriera! Ho già un lavoro molto soddisfacente, ringraziando Iddio!-
La ragazza si sentì offesa da quell'affermazione -Forse il lavoro di cameriera non merita rispetto?-
pensò e quel pensiero traspirava talmente chiaro dal suo volto che Claudia se ne accorse e cercò subito di rimediare:

-Scusami, non volevo in alcun modo offenderti. Sai, anche io ho lavorato in un bar prima di trasferirmi qui, e mi divertivo moltissimo! io mi chiamo Claudia-
-Io sono Bridget, piacere!-
-Mentre parlavo ero sovrappensiero...Ti chiedo ancora scusa. Bridget sai dirmi chi è quel tipo decisamente interessante laggiù?-
-Quello? È C.J. Garrison, il proprietario del locale-

-Davvero niente male...-
-Dicevi di essere essere occupata, in quale settore lavori?-

-La mia azienda vende tessuti di ogni genere... Sono a Los Angeles per ottenere clienti nel campo della moda-
-Davvero? E hai già concluso qualche contratto?-
-Non ancora in maniera definitiva, ma penso di essere sulla buona strada. Hai presente la Forrester Creations? Ho conosciuto un suo rappresentante che - a dire la verità - mi piacerebbe frequentare anche al di fuori dell'ambito lavorativo...-
Il volto di Bridget si fece improvvisamente pensieroso... -E chi sarebbe questo fortunato?-
-Mi pare si chiamasse... Deacon.. Sì, Deacon Sharpe, sono sicura- Bridget fece cadere il vassoio che aveva in mano...
-Mi ha tradita con mia madre e ha già fatto perdere la testa a questa giapponese!- pensò mentre era intenta a raccogliere i cocci. Prima di andarsene lanciò a Claudia un'occhiata che le fece gelare il sangue nelle vene....

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Anche se quello non era il suo primo colloquio di lavoro, Melody entrò nel palazzo della Forrester Creations con il cuore che
batteva più velocemente del solito. Era sempre la stessa storia: la sua emotività che veniva a galla. Riusciva a dominarsi solo grazie a grossi sforzi.
Alla reception degli uffici, disse il suo nome e spiegò che aveva un appuntamento con il direttore dell'ufficio personale per le quattro di quel pomeriggio.
-Veramente- disse in tono rispettoso la segretaria - qui mi risulta che il suo appuntamento sia stato modificato-
-Come?!...- Melody non credeva alle sue orecchie. -Nessuno mi ha chiamato per avvertirmi che l'appuntamento era stato rimandato.-
-Infatti non è stato rimandato. C'è stato solo un piccolo cambiamento- disse la segretaria sorridendo.
Melody era confusa. -Che genere di cambiamento?...-
-Semplice. Invece del direttore dell'ufficio personale, il tuo colloquio lo farai con me- rispose una voce maschile alle sue spalle. Melody si girò di scatto, come fosse stata punta da una tarantola.
-Thorne?!...- esclamò con un tono lievemente isterico nella voce.
Lui la guardava, e sul viso aveva una espressione del tutto neutra. Tuttavia, chissà per quale irrazionale sensazione, Melody era perfettamente convinta che - invece - Thorne stesse segretamente ridendo di lei e del suo imbarazzo.
-Io non voglio avere un colloquio di lavoro con te!...- Poi si rese conto dell'assurdità delle sue parole e arrossì violentemente.
Quando mai si era sentito che una persona chiamata per un colloquio di lavoro si mettesse a sindacare sulla persona che doveva esaminarla? Una mossa decisamente poco furba. A quel punto pensò di essersi definitivamente giocata qualunque possibilità per quel posto.
Si morse un labbro, ma vide che Thorne adesso aveva assunto un'espressione estremamente divertita negli occhi.
-E va bene!... Ridi pure di me! ...- pensò Melody con una fitta al cuore. - ..ma lasciami in pace!-
-Ok, penso che sia meglio lasciar perdere- disse serrando la tracolla della borsa nervosamente e accennando a muoversi in direzione dell'uscita.
Ma Thorne la fermò, bloccandole il passaggio con un braccio.
-Perchè tanta fretta? Non vedo per quale motivo dovresti rinunciare a un ottimo posto di lavoro, che porterà vantaggi a... entrambi!-
-Cosa?!...-
-Io e mio padre abbiamo letto il tuo curriculum e pensiamo che tu potresti essere molto utile, qui alla Forrester, soprattutto in questo periodo. Abbiamo bisogno di rilanciare la nostra immagine e, per quel che ne so, tu hai fatto delle ottime cose in pubblicità-
-Non sta succedendo a me!...- pensò Melody -Non sta succedendo a me!-
Ritrovò la parola a fatica e riuscì ad articolare: -Tu... vuoi dire che... volete assumermi?-
Thorne annuì. -Esattamente. Sempre che la cosa ti interessi, ovvio-
Melody era sopraffatta dalla sorpresa, e dalla gioia.
-Ma... certo!! Certo che mi interessa!...- esitò. Forse si era lasciata trascinare dall'emozione. -Ecco, voglio dire...-
-Capisco bene quello che vuoi dire- la rassicurò Thorne.
-Oh, Dio, perché aveva ancora quella strana espressione negli occhi? E perché Melody non riusciva a scacciare la strana sensazione che lui si stesse prendendo gioco di lei?-
-Allora?... Vogliamo andare a discutere i dettagli del tuo nuovo lavoro, nel mio ufficio?-
Melody annuì. -Va bene, naturalmente-
Thorne le fece strada. La condusse fino al proprio ufficio e le aprì la porta. 
Appena l'uscio fu chiuso: -Però, attenta, Melody McFarren. Qui nessuno ti regalerà niente. Dovrai dimostrare di saper fare il tuo lavoro-
Melody rabbrividì. Il tono di voce di Thorne sembrava diventato improvvisamente più duro, severo. E le sue parole suonarono come un terribile monito.
Ma lei non era il tipo che si faceva intimorire dalle sfide: anche se all'apparenza molto impegnative!
Del resto non l'aveva mai fatto!!!...