Quattordicesimo Episodio

Vite in pericolo

                                                                                              
*Sono già le 19.30!...non sono nel morale giusto per stare con Dave stasera...Magari lo chiamo per spostare l'appuntamento! E se ci rimanesse male?* Proprio in quel momento incomincia a suonare il suo cellulare e prendendolo dalla borsa Stacy vede che si tratta di Dave.
"Ciao Dave..."
"Ciao Stacy, come va?"
"Io bene grazie...e tu?"
"Abbastanza grazie. Ascolta, mi dispiace dovertelo dire ma dovremmo rimandare il nostro appuntamento."
"Va bene Dave, non ti preoccupare. Sarà per un' altra volta." Stacy si sentiva molto più sollevata!
"Grazie Stacy, temevo che non mi volessi più rivedere...."
"Ma cosa vai a pensare! Andrà benissimo per un' altra sera."
"Ok. grazie. Sei molto gentile. Allora ciao e a presto."
"Ciao Dave."
 
Sebbene sia felice per la disdetta dell' appuntamento, Stacy non può non sentirsi preoccupata per Dave...:*Aveva una voce così strana!!! Non era il solito Dave. Era troppo serio... non l' avevo mai sentito così. Cosa gli può essere successo?* Ed è con questi pensieri che Stacy, dopo aver pagato, esce dal bar.
*FIVE RANGERS, FIVE RANGERS....* Stacy non si da pace, quella parola continua a tormentarla....* Non può essere lui, NON deve essere lui.* E senza neanche accorgersene, la ragazza si ritrova davanti ad un centro sportivo. Il campo era illuminato e dal di fuori si sentivano le voci delle persone che si trovavano all' interno.
Stacy presa da una voglia improvvisa di giocare a tennis, decide di entrare.
Innamoratasi del posto, decide di provare a chiamare Morgan...*Spero che accetti, ho proprio voglia di giocare a tennis e chissà, magari riuscirò a rilassarmi...*Sta per fare il suo numero quando la chiama Doris....
 
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"Ciao Doris, come va?"
"Non benissimo! Avrei bisogno di parlarti Stacy! Va bene se facciamo domani sera a cena?"
"Va bene Doris! Ma tutto bene? Ti sento così strana!!!"
"Ne parliamo domani ok? Ci vediamo da Spago's alle 21:00, allora. Cena Italiana!!! "
"Ok a domani!"
 
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Dopo il rocambolesco ritorno alla "Forrester's Creations" e l'incontro con Brooke, Morgan era spaventata dal suo futuro e soprattutto da quello dell'azienda...
-"La Forrester senza Ridge. Ma come è possibile?"-
Questo è l'unico pensiero che continuava a rimbombare per la sua testa.
-"Ed ora devo veramente ricostruirmi una vita, senza la Forrester, il mio unico punto fermo. Ma chi è questo Massimo Marone? E che vuole da Ridge? E' molto strano che Ridge abbia abbandonato quell'azienda, l'azienda di... di suo padre, sì! Ridge ha fatto questo a suo padre? Ma come può essere possibile tutto questo?"
 
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Chiusa la comunicazione Stacy si chiede di cosa le voglia parlare l' amica *Vuoi vedere che mi chiederà di Dale? Devo stare molto attenta! Non voglio che lei soffra inutilmente. Beh è meglio che chiami Morgan! Ho proprio bisogno di fare una bella partita a tennis!!!*
 
Mentre continuava a pensare ed a ripensare sul rapporto Ridge-Eric-Forrester, squilla improvvisamente il suo telefonino.
Inizialmente, troppo avvolta nei suoi pensieri non se ne accorge, poi finalmente si rende conto...
 
"Pronto?!?!?!"
"Morgan...? Sei tu?" Domanda Stacy intimidita dal tono di voce seccato con cui Morgan aveva risposto.
"Si, ma chi parla?"
"Sono Stacy. Ti ricordi di me?"
"Stacy?!?!"
"Ci siamo conosciute al bar e ci siamo scambiate i numeri di telefono."
"Stacccyyyy, ma certo. Scusami tanto ma come ho fatto a non ricordarmi subito di te?!?!"Morgan aveva cambiato tono di voce!
"Non ti preoccupare. Piuttosto spero di non averti disturbato..."
"No figurati. Non stavo facendo nulla di importante."
"Ascolta, io mi trovo al centro sportivo La Cienega e avrei tanta voglia di giocare a tennis... mi stavo chiedendo se non ti andava di raggiungermi?
 
"Certo che mi andrebbe, Stacy! Ho proprio bisogno di una partita per rilassarmi... Allora sto da te fra 10 minuti, il tempo di cambiarmi e riordinare le mie cose"-
E richiude il telefono.
Morgan, quindi, prende velocemente la sua borsa da tennis, sempre pronta per qualche "emergenza", e si dirige verso il centro "La Cienega", proprio dietro all'hotel dove alloggia ora. Già, l'hotel! Morgan ha assolutamente bisogno di una casa tutta sua, non una camera d'albergo, piccola, simile ad una prigione! Deve cercare una casa....
 
Morgan arriva finalmente nel luogo dell'incontro e dopo essersi cambiata all'interno degli spogliatoi, si dirige al luogo dell'incontro e... Incontra Stacy, che la sta aspettando proprio con due racchette in mano. E gliene porge una.
-"Allora pronta per la partita?"- chiede Stacy sorridendo e facendo l'occhiolino. -"Spero di non averti disturbata, prima, al telefono, ma avevo proprio bisogno di una bella partita a tennis!"-
-"Nessun problema, hai avuto proprio una brillante idea"- risponde Morgan, e le due ragazzi iniziano finalmente a giocare.
 
-"Sai, mi sono veramente divertita quest'oggi. Sembra di ritornare ai vecchi tempi."- disse Stacy.
-"Bè, sei fortunata, io non ho dei bei tempi da ricordare, forse qualche piccolo sprazzo di pacata felicità... ora torno in hotel a farmi un bel bagno idromassaggio."-
-"Alloggi in un hotel?"- chiese stupita Stacy.
-"Sì, alloggio nell'hotel a quattro stelle proprio dietro l'angolo. Purtroppo non sono ancora riuscita a trovarmi una casa tutta mia, per via dei prezzi e soprattutto per via della lontananza dai miei punti di riferimento."-
-"Sai, anche io ho dei problemi nel trovare una bella casa comoda qui in centro... Ti andrebbe se un giorno di questa settimana, andiamo in giro per la città e per gli annunci esposti da ogni parte, a cercare una bella casa per noi due? Sempre se ti piacerebbe vivere insieme ad una ragazza come me! Poi, in questo modo, potremmo dividerci il prezzo..."
Inizialmente Morgan è titubante per via di tutti i suoi segreti... Poi, l'idea non le dispiace e... Infine accetta la proposta di Sacy!
 
Dopo aver finito di chiacchierare, Stacy e Morgan escono dal centro insieme.
"Abiti vicino?" Chiede Morgan a Stacy.
"Veramente no e sono anche a piedi...." E vedendo la faccia preoccupata dell' amica, Morgan decide di offrirle un passaggio.
Arrivate davanti alla porta di casa e dopo aver salutato Morgan, Stacy entra e sta per recarsi in camera quando sente la voce di Dave provenire dalla cucina.
*Dave??!! Come è possibile??* Pensa Stacy tra sè avvicinandosi alla cucina. Vedendo che la porta era socchiusa Cerca di sentire ciò che si dicono....
"Hutch perchè hai preso questa decisione???"
"Perchè stare qui è troppo doloroso per me e per la mia famiglia. Ogni cosa ci ricorda Suzy."
"Ma addirittura trasferirsi, che ne sarà della nostra amicizia e di Stacy??"
"Stacy potrà rimanere qui e abitare in questa casa, se vuole, mentre noi possiamo sempre sentirci e io verrò a trovarti durante le vacanze estive."
"Ma non sarà la stessa cosa. Non voglio cambiare compagno di lavoro."
"Su dai Starsky, non è poi la fine del mondo."
"Questo lo dici tu..."
"Dave, tu sarai sempre il nostro più caro amico ma noi ora non possiamo più stare qui, cerca di capire." Interviene Nicole che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
 
Stacy non riusciva a crederci, la famiglia Hutchinson voleva trasferirsi...
 
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Jen non riesce a dormire quella notte: si sveglia più volte, si rigira nel letto, senza riuscire a dimenticare per un attimo quello che è successo il giorno prima.
 
Si alza, ancora abbastanza frastornata, verso le 9.00 e si dirige in salotto, dove trova Kelly.
- Buongiorno signorina?! Dormito bene? -
- Non molto, a dir la verità. Ho pure un po' di mal di testa -
- In facoltà non hai lezioni questa mattina? -
- Non questa settimana, ci sono dovuta andare solo poche volte, ho potuto studiare anche a casa, e tu il lavoro? -
- Oggi ho l'intera mattinata e il primo pomeriggio libero, telefonerò a mamma e poi andrò da un'amica -
- Ok. Allora ci vediamo per pranzo. Vieni a casa? -
- Certo! Ti va questo pomeriggio di uscire insieme? -
- Mi piacerebbe, ma non posso perchè ho quel colloquio alla Forrester -
- E' vero! Buona fortuna! Vedrai angioletto che ce la farai! -
- Speriamo! Non voglio, però, farmi illusioni. -
- Ma che hai? A parte il lavoro, ti vedo strana! -
- Non ho niente, sono solo un po' stanca e poi... ho ricevuto una lettera di Kevin! Ti ricordi di lui? -
- Ovvio. Come faccio a dimenticarlo. Ma cosa vuole? -
- E' tornato da poco dal Messico e ha detto che gli farebbe piacere venirmi a trovare, sa che sono qui a Los Angeles con te. -
- Beh...  e tu? Che gli hai detto? -
- Ancora nulla per ora. Mi farebbe piacere rivederlo ma... -
- E dai! Chiamalo! Eravate grandi amici e, poi, ormai hai passato quel brutto periodo per cui soffrivi per lui. Non ne sei + innamorata! -
- Lo so... forse hai ragione! -
- Poi fai come vuoi. Chiamalo, non te ne pentirai. E poi rivedere un vecchio amico, non ti potrà fare che bene! -
- Ok! Seguirò il tuo consiglio! -
- Va bene sorellina, ora devo andare!
- Allora a dopo! Ciao!
Appena Kelly esce di casa, Jen pensa tra se:
*Non mi va di raccontarle di Steve. In fondo non le ho mai parlato molto di lui. Devo anche dimenticarlo, mi ha fatto troppo male.*
Jen sembrava molto determinata, ma in realtà era sempre stata una ragazza molto insicura.
- Basta! Da oggi cambierà la mia vita. Voglio conoscere nuove persone e ho bisogno, in particolare di un'amica come Ashley, peccato solo che lei ora si trovi a San Francisco. Quanto bene le voglio. Forse Bridget... -
 
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Nel frattempo anche Stacy si sveglia ed entrando in cucina trova Nicole e Ken che la stanno aspettando.
I due parlano del loro trasferimento e della sua sistemazione in quella casa.
Stacy accetta anche se un pochino gli spiace per loro e sentirà la loro mancanza.
Chiarito tutto, tutti e tre vanno al lavoro.
Stacy che fino a quel momento girava per le strade con la macchina della polizia da sola, dal giorno dopo sarà affiancata da un compagno.
 
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- Un giorno di questi chiedo un appuntamento, per farmi fare un massaggio da Dale. Ne ho proprio bisogno! -
 
Sono già le 10.30 e Jennifer sta per uscire di casa quando le prende nuovamente un gran mal di testa e decide quindi di tornare in casa. Riposa un po' e si risveglia un ora e mezza dopo, fortunatamente si sente meglio!
Intanto ha deciso di fare come le ha suggerito Kelly: chiamerà Kevin! La sera prima aveva cercato il suo numero di telefono, lo aveva trovato, ma poi non aveva avuto il coraggio di chiamarlo. Ora era arrivato il momento!
Compone il numero, ma il cellulare risulta essere spento al momento e risponde solo la segreteria telefonica.
Dopo un po' di indecisione decide di lasciargli un messaggio:
- Ciao Kevin! Come stai? Ho ricevuto le tue lettere... e mi farebbe piacere rivederti! Chiamami appena senti questo messaggio, così ci possiamo mettere d'accordo! Grazie!
 
Fatto questo prepara il pranzo in attesa che Kelly torni a casa.
 
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Mentre faceva il suo giro, Stacy si ricorda di chiamare Dale per Steve....E dai Dale rispondi, al quinto squillo ecco la voce di Dale...."Pronto? Chi parla??"
"Dale sono Stacy e ho bisogno di incontrarti"
"Ah si...Bene...Dove?"
"Ci vediamo tra un'ora al bar del centro sportivo La Cienega"
"E dove si trova??"
"Si trova all'inizio della zona della City All, sulla destra. Non ti puoi sbagliare."
"Ok a dopo."
Stacy dopo aver finito il suo turno, raggiunge Dale al centro sportivo.
Dopo aver ordinato qualcosa da bere, Stacy arriva subito al dunque....
"Vedi Dale. Dopo che mi hai raccontato alcuni particolari dei delinquenti io ho fatto delle ricerche e ho scoperto dove si trovano."
"Wowowo ma è magnifico. E perchè non li arresti??"
"Beh...perchè è sorto un piccolo problema Dale. Non ci sono prove su nessun loro reato precedente, e per arrestarli ci vorrebbe una loro confessione."
"Capisco, che pensi di fare allora?"
"Io avevo intenzione di intrufolarmi tra loro ma purtroppo uno di loro mi riconoscerebbe subito." E Stacy si fa improvvisamente triste..."Vedi quando ero ancora a Westwood io ho cercato di arrestare uno di loro senza però riuscirci. Quindi mi riconoscerebbe subito se mi vedesse. Ho  bisogno di una persona che conosca come stanno le cose ma che allo stesso tempo non è mai stata vista dai due delinquenti."
Dale aveva capito al volo a chi Stacy si stava riferendo, ma allo stesso tempo aveva paura di dirlo apertamente. D'altra parte Stacy stava appunto aspettando una reazione di Dale ma vedendo che non aveva intenzione di dire nulla, lei prosegue..."Io avevo pensato a te Dale."
"Già, lo avevo capito."
"Ovviamente ti devi vestire come uno di loro e in questa borsa ci sono i vestiti. Per cambiarti qui ci sono gli spogliatoi."
"Va bene. Torno subito." E così dicendo Dale si allontana per poi ritornare vestito come un delinquente.
"Sei perfetto Dale." Afferma Stacy tra il serio e il divertito.
"Ma tu sarai nei paraggi vero?? Non mi lascerai solo come un babbeo?" Chiede Dale preoccupato.
"Ma no figurati. Io ti seguirò con la macchina cercando però di non starti troppo vicino, i delinquenti non devono vedermi."
"Ok Stacy. Senti dove si trovano i due tipi??"
"Si trovano in un magazzino abbandonato a Santa Monica. Cerca di ricordarti che il tuo compito è solo quello di far confessare almeno uno di loro e quindi evita di fare l'eroe qualunque cosa accada capito?? Ad arrestarli ci penserò io con l'aiuto dei colleghi."
"Ok. Allora ci avviamo??"
"Certo e non ti preoccupare i miei colleghi sono tutti ottimi poliziotti." E così dicendo Stacy e Dale stanno per avviarsi verso l'uscita quando "Ops...dimenticavo la cosa più importante." Dice Stacy fermandosi all'improvviso. Dale vedendo che Stacy cerca disperatamente qualcosa nella borsa si domanda cosa stia cercando. "Oh eccola finalmente. Ecco Dale questa è una cimice e devi metterla in un posto dove i due delinquenti non riescano a vederla."
"Va bene Stacy ma dove posso metterla??"
"Aspetta...eppure credevo di averlo messo nella borsa. Infatti, eccolo qui." Dice la ragazza  tirando fuori il nastro adesivo.
"Cosa vuoi fare con quello??" Domanda Dale.
"Ma è ovvio mio caro. Servirà per attaccare la cimice sulla tua pelle." Dice Stacy divertita.
"Ma non ci penso nemmeno...."
"Oh su, niente storie. Avanti.." E così dicendo Stacy convince Dale a tirarsi su la maglietta in modo che lei possa attaccare la cimice. "A proposito....lascia accesso il cellulare ma con la vibrazione perchè se sarà necessario ti chiamerò...."
 
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Steve ha terminato di pranzare e prima di riprendere il lavoro vuole chiedere  a Dale se ha voglia di andare a prendere un caffè. Quando arriva in palestra  trova soltanto la donna delle pulizie.
- Signora mi scusi, dov'è Dale?
- Oggi non si è visto, ha chiesto un giorno di permesso aveva un impegno
- Sa dirmi dov'è andato?
- Mi dispiace non ne ho idea
- Grazie lo stesso
 
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Dopo pranzo Jennifer si prepara perchè alle 15.00 si deve recare alla Forrester per quel colloquio di lavoro.
 
Aveva appena varcato la porta di ingresso della sede della Forrester Creations
- Certo che è immensa... -
Deve essere però molto gratificante per Eric e Stephanie aver creato tutto questo e anche per Brooke, che ne ha aumentato il successo.
Si reca negli uffici dove si tengono i colloquio e non fa in tempo a sedersi che è già il suo turno.
- Prego signorina Richard si accomodi... - le dice Thomas Fleming.
- Grazie! Ma non aveva detto che dovevamo darci del tu...
- Sì! Hai ragione. Vedo che sei riuscita ad arrivare in orario -
- Esattamente. Mi scusi... cioè scusa se l'altra volta non ti ho riconosciuto, ma ora ricordo che mi hai dato un passaggio alcune settimane fa. -
- Non pensavi neanche che te ne saresti ricordata questa volta. Comunque come è piccolo il mondo eh? Chi l'avrebbe detto che ci saremmo rivisti proprio ad un colloquio di lavoro -
- Eh già! E finalmente abbiamo avuto modo di presentarci! Ho scoperto he sei anche un istruttore di fitness... verrò da te per alcune lezioni! -
- Ci conto! - le risponde lui sorridendo.
- Ora passiamo alle cose serie. In fondo sei qui per un lavoro no?! -
- Sì! Spero di ricevere una buona notizia. -
- Allora Jennifer... insieme ad un mio collega ho valutato la situazione... si sono presentate in molte e dopo un'accurata selezione abbiamo ristretto il numero delle possibili "candidate". Non ci serve un'esperta... e tu mi hai molto colpito! Sono sicura che potresti farcela. Puoi trasmettere allegria, energia, voglia di fare e sono sicura che potremmo ricevere molte nuove iscrizioni. Insomma... sei assunta! -
- Grazie! Non ci posso credere! E' fantastico!! Non so cosa dire -
- Non occorre che tu dica niente, dovrai solo dimostrare... ho fiducia in te ok? -
- Certo quando posso iniziare?! -
- Già da dopodomani. Ti verrà consegnato il foglio con i vari orari, ma sappi che avrai anche parecchio tempo libero. Ti occuperà solo intorno alle o alle cinque del pomeriggio! -
- Perfetto! Allora a dopodomani!
- Ti aspetto!
- Grazie Ancora, arrivederci!
- Ciao Jennifer
 
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Era davvero un giorno pesante quello che stava vivendo Doris. Non riusciva a togliersi di dosso i dubbi che continuava a nutrire nei confronti di Dale.*E' inutile che continui a rodermi il fegato! Staserà parlerò con Stacy e magari mi chiarirà un pò i dubbi che ho o almeno spero!"
Aveva deciso che avrebbe staccato prima: non vedeva l' ora di tornare a casa e di farsi un bel bagno rilassante....Erano le 16 quando il telefono le squillò:
"Pronto? Parlo con la signora Attard? Doris Attard?"
"Si! Sono io."
"Sono la segretaria del signor Marone. Vorrei fissarle un appuntamento per un colloquio. Le andrebbe bene anche questa sera? Diciamo.... verso le 19?"
 Scusi! Sta parlando delle Marone's Industries?"
"Si certo!"
Doris non credeva alle proprie orecchie "Va bene! A dopo allora!"
*Le Marone's...Avranno letto il mio curriculum! Bene! Chissà perchè hanno tanta fretta!?Mha! Meglio che vada, allora*
 
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Mentre usciva dall'edificio Jen pensava a quanto era stata fortunata:
"Lavorare alla Forrester, finalmente ho trovato un lavoro che mi piace, mi occuperà poche ore e mi permetterà di pagarmi gli studi!"
Era evidentemente felice per la notizia appena ricevuta!
"In questo modo... mi distrarrò e non penserò a Steve... NO! Steve lavora alla Forrester, spero solo che non lo debba incontrare! Non ho intenzione di vederlo!" pensava.
- Non vedo l'ora di lavorare! Spero di sentire anche al più presto Kevin! -
Aveva pensato a tutto questo mentre tornava a casa erano ormai le cinque del pomeriggio, perchè aveva fatto un giro in centro prima di recarsi a casa.
 

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E' proprio mentre torna a casa che le squilla il cellulare. Risponde.
- Pronto? -
Ma dall'altre parte non risponde nessuno.
- Pronto? Ma chi è? -
- Non ti deve interessare questo, ma vedi di stare attenta - la voce che Jen sente la fa rabbrividire.
- Ma chi è? Non è uno bello scherzo!! -
- Non sei tu a decidere cosa è divertente o meno! Sappi che se rischierai di passare dei guai seri è solo colpa del tuo amico Steve. -
- Che c'entra Steve?! Cosa volete da me? -
- Sappi solo questo! -
- Ma... aspettate! -
Jen però non fa in tempo a chiedere altro, perchè i due sconosciuti riattaccano frettolosamente!
- Ma chi erano quei due? E cosa vogliono da me? Di che guai parlavano?? E poi... Steve! Devo assolutamente contattarlo, solo lui può chiarire la situazione! Ho paura! -
La telefonata l'ha turbata molto ed è rimasta anche parecchio confusa!
Prova a chiamare Steve sul cellulare, ma non riesce a rintracciarlo. E' molto preoccupata per sè stessa e per lui! "Ma che succederà?"
- Potrei provare a chiamare a casa, è l'unica possibilità! -
Così detto, Jen cerca il suo numero in rubrica e chiama.
 
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Sono passate alcune ore dall'incontro con Stacy al bar. Dale, senza troppe difficoltà, è riuscito a trovare la fabbrica dismessa indicatagli. E' una costruzione decisamente fatiscente, l'unica cosa ancora in bella vista è l'insegna 'Engin'. Dale la nota subito, prova a pensare a cosa mai sia stato prodotto lì dentro ma non riesce a immaginare nulla. Di una cosa è certo, deve entrare. La paura è tanta, tornare indietro lo farebbe sentire in colpa per sempre. L'unica cosa che lo tranquillizza è sapere che Stacy lo può ascoltare e si trova nei paraggi per intervenire subito nel peggiore dei casi.
 
Finalmente riesce a entrare. Il luogo è molto buio e l'aria è abbastanza pesante. Nonostante il grande caldo, Dale continua ad avere dei brividi freddi. Fa qualche passo. E' molto incerto, non riesce a vedere con precisione cosa ha davanti a sé, e vuole evitare di urtare qualsiasi cosa, ma un ferro, posto proprio a terra vicino all'entrata, lo fa inciampare provocando non poco rumore.
Dei passi si avvicinano frettolosi, Dale spera di non essere visto ma una mano, con forza, lo solleva da terra.
Non riesce a vedere la faccia del tizio, ma una voce tonante all'inizio lo spaventa
 
"E tu che ci fai qui???? Questa è proprietà privata, vedi di smammare"
Dale, raccogliendo quel poco coraggio che ha in sé
"Se fossi in te io non mi caccerei via, io sono a conoscenza di cose che potrebbero farvi molto piacere"
"Senti mingherlino, stai attento a come parli e non darti tante arie... io ora ti mollo e ti do tre secondi per andartene"
Dale, anche se non molto convinto delle sue azioni, rimane immobile davanti a questo energumeno. Per lui sarebbe meglio essere vigliacco che morto, ma non può andarsene.
 
"Sei proprio tonto ragazzo" il tipo riagguanta Dale per un braccio "ora ti porto dal mio capo, e lui non ama le visite a sorpresa"
 
Intanto Stacy, dal furgoncino dove è appartata, segue, parola dopo parola, cosa combina Dale
"Eh no Dale, cavolo... non stai mica giocando, lì ti possono uccidere" pronuncia ad alta voce Stacy "Perché ho mandato lui, cribbio!!!"
 
Dale viene portato, senza troppa fatica, in una stanza dalla parte opposta del capanno. Non c'è molta luce neanche lì dentro, ma non c'è neanche molto da illuminare. Nella stanza c'è solo una grossa scrivania e qualche sedia. Seduto a un lato del tavolo c'è un tizio a torso nudo, con un grosso tatuaggio ben visibile.
*Eccolo, è il tizio che mi diceva Steve... e ora che faccio?*
 
"Capo, ho trovato questo omuncolo all'entrata del capannone, secondo me è un tipo innocuo, magari un teppistello in cerca di avventure"
 
Dale viene squadrato dalla testa ai piedi, e in tutta risposta contraccambia con un occhiolino.
 
"Hey James.... o scusa capo"
James lancia uno sguardo infastidito al suo aiutante che un po' spaventato abbassa gli occhi.
 
"Bene, bene" James comincia ad avvicinarsi a Dale "Un ragazzino un po' troppo cresciuto per fare delle bravate. No, non ci credo!!! In questa zona è tutto dismesso e proprio qui dovevi venire?? Casualità strana, vero?"
James afferra Dale per il bavero
"Capo, ma che fai??? Vogliamo divertirci un pochetto???"
"Zitto imbecille..." e rivolgendosi di nuovo a Dale "Sei capitato nel giorno sbagliato, quando sono nervoso le sorprese non mi piacciono"
Dale prova a sparare una carta, spera solo si non rischiare troppo
"Io potrei aiutarvi per il vostro progetto"
James lo molla e Dale attera su una sedia "E quale progetto, sentiamo un po'..."
"Forse una parola vi basta, anzi un nome" e scandendo con molta calma "For..re..ster"
James rimane un po' sbalordito, ma cerca di non darlo a vedere
"Forrester, ma bravo... e cosa dovrei sapere??"
"Alle volte delle nuove stoffe potrebbero interessare.. ma è solo un mio parere"
"Ragazzo, continua..."
"Io ho tra le mani le prove di laboratorio di un certo tessuto, un vera miglioria e..."
"E come fai ad avere questa roba??? Mi sa tanto di presa per il culo..." James si siede e appoggia i piedi sulla scrivania "Non sono mica nato ieri..."
"Ma capo.... potrebbe essere l'occasione della tua vita, finalmente puoi fregare tutti e diventare tu l'uomo più ricco del mondo con questo nuovo materiale... Steve è solo uno stronzetto che credeva di poterci prendere in giro con quelle scartoffie"
"Stai zitto, chiudi quella bocca.... ma possibile che devo farmi aiutare da uno fesso come te?!?!"
James guarda per un po' Dale, non è per niente convinto delle sue parole, ma ha in mente di metterlo alla prova.
 
"Senti, io voglio fidarmi, hai una faccia ok e qualcosa mi dice che puoi darci davvero una mano, ma..." e James, scattando in piedi, alza la voce "d'ora in poi sarai nelle mie mani, qualsiasi cosa farai o dirai io la vedrò e la sentirò per primo, ma occhio... fai solo un passo falso, e ti ammazzo, senza pensarci neanche due volte!!!"
 
Stacy, che continua ad ascoltare tutto, è abbastanza contenta del lavoro che Dale sta portando avanti, ma ancora dei dubbi la assillano.
*Speriamo che vada tutto secondo i piani, non potrei mai perdonarmi neanche un piccolo errore, potrebbe essere fatale*
Dei rumori riportano l'attenzione di Stacy verso quello che sta accadendo nel magazzino
'crrrrrr..... iiiii.... shhhh'
"No, ma che cavolo succede.... sta per saltare il collegamento...."
'crrrrr  .....sso ti lego così sono certo che non sca..... shhhhhh'
Il collegamento con Dale salta.... Stacy, molto innervosita, sferra un poderoso pugno sugli strumenti per la ricezione, mandandoli in tilt definitivamente
"Sto schifo di aggeggi, ma dove li hanno presi.... possibile che qui a Los Angeles non funziona mai nulla!!! E ora che faccio??? Stacy, calmati e rifletti, torna il detective che sei sempre stata.... cribbio!!!" e molla un altro pestone sugli strumenti.
 
Dale è ormai legato con la mano sinistra ad un tubo da oltre 20 minuti. I due malviventi lo hanno lasciato solo per non fargli sentire il piano che stanno elaborando.
Approfittando della situazione, Dale, cercando di parlare a bassa voce, chiama Stacy attraverso la cimice
"Stacy... mi senti... ti prego intervieni ora, non so cosa stanno facendo quei due, io non ce la faccio più.... ti prego, almeno chiama!!"
Dale non sa che Stacy non lo più più sentire, ma dopo pochi secondi finalmente il cellulare vibra e Dale, senza far passare neanche un paio di secondi, afferra velocemente l'apparecchio e accetta la chiamata....
 
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- Stacy sono nei guai, non posso stare molto al telefono fai parlare solo me...
Ovviamente Steve si allarma, ma segue le istruzioni del suo amico, con voce bassa e cercando di imitare una voce femminile dice
- Ok...
- Sono ancora all'Engin a Santa Monica , forse ho delle novità importanti, avrai già sentito tutto, però mi sono fatto altre idee, uno dei due è proprio quel tizio che tu avevi individuato, vedrai che riusciremo a venirne fuori, devo confessarti che ho tanta paura ti saluto a dopo!
 
Steve non sa cosa pensare, non ha capito a che cosa si riferisce Dale, ma ha intuito che lui è nei guai, deve assolutamente aiutarlo.  Mentalmente ripassa le poche frasi dette da Dale al cellulare, l'unico indizio è il nome del luogo "Engin" ma cosa sarà ? L'unico modo per scoprirlo è andare in zona.
 
Dopo aver chiesto il permesso per uscire due ore prima dal lavoro Steve si dirige a Santa Monica, arrivato sul posto entra in un bar
- Mi scusi credo di essermi perso, può indicarmi dov'è L'Engin?
- L'Engin? Ma è chiuso da anni ormai, cosa sta cercando?
Steve non sa assolutamente cosa sta cercando, e di certo non può dirgli che deve trovare un amico in pericolo, così inventa qualcosa
- So benissimo che è chiuso da anni,  ma mi hanno detto che è in vendita
- Se è in vendita non lo so, ma non credo che sia un buon affare comunque può sempre darci un'occhiata. Esca di qui e giri alla prima a sinistra, poi alla seconda a destra, percorra tre o quattrocento metri e si troverà all'Engin
- Non so come ringraziarla
- Di nulla si figuri...
 
Steve segue esattamente le indicazioni del barista e in pochissimi minuti arriva sul posto, Davanti a lui ha una fabbrica dismessa, non si sa bene cosa ci fosse prima, il cancello è chiuso, ma lui è deciso ad entrare lo stesso, e arrampicandosi sulla ringhiera riesce a passare dal lato opposto. L'unica porta aperta della fabbrica  è quella sul lato sinistro, davanti all'altra porta sul lato destro invece c'è un uomo, Steve lo riconosce è quello del tatuaggio. Solo ora capisce che Dale è nei guai  perchè sta cercando di aiutare lui, ha paura, ma deve fare di tutto per entrare.
Il locale è buio, ci sono poche finestre , l'atmosfera è tetra e opprimente, nessuna traccia di Dale nelle prime tre stanze, ma nel corridoio di sinistra ci sono altre porte. Da una di queste si intravede una luce, così decide di  avvicinarsi piano piano per guardare dal buco della serratura. Appena guarda dentro vede subito Dale, è legato ad un tubo, Steve entra e cerca di liberarlo.
- Steve ma cosa ci fai qui, come hai fatto a scoprire dove mi trovavo?
- Sei stato tu a dirmelo
- Ma cosa dici? Non sono mica scemo, solo una mia amica sa dove mi trovo!
- La tua amica si chiama Stacy vero?
- Ma allora la conosci anche tu...
- No,  la cosa si spiega molto più facilmente, quando prima hai risposto al telefono credevi di parlare con quella tua amica invece ero io, ma cosa credevi di fare?
- Sto cercando di aiutarti Steve...
- Questo l'ho capito, ma non devi mettere a repentaglio la tua vita! E spiegami chi è Stacy
- E' una poliziotta, sono venuto qui per cercare degli indizi, ho una cimice sotto la camicia, vedrai che presto farà irruzione con una squadra
- Guarda che non ho visto nessuno qui intorno, sei sicuro che lei sia nelle vicinanze?
- Certo, abbiamo curato tutto nei minimi dettagli...
- Anche noi abbiamo curato tutto nei minimi dettagli mei cari spacconi, ma cosa speravate di fare?
Steve si volta di scatto dietro di lui ci sono le due canaglie, li guardano con aria da vincitori, Dale è pietrificato.
- Ehi ma credevi veramente di avere a che fare con dei principianti?Abbiamo capito subito che eri una spia, è per questo che ti abbiamo legato senza neanche perquisirti, avresti di certo provato a metterti in contatto con qualcuno. Ci siamo presi gioco di te imbecille, volevamo solo vedere dove arrivava il tuo falso coraggio, ahahahhahahah
 
Dale non sa cosa dire, voleva essere d'aiuto a Steve e ora si trova in pericolo di vita, è vero non è stato poi così furbo, ma perchè Stacy non interviene?
Steve intanto anche se terrorizzato all'idea di essere ucciso cerca per quanto possibile di mantenere la calma:
- Avete ragione Dale non è stato coraggioso voleva solo aiutarmi, nessun altro sa che siamo qui, dovete credermi..
- Stai zitto imbecille - dice l'uomo con il tatuaggio - ora sono stanco di sentirti parlare a vuoto, se non vuoi collaborare sarà peggio per te e quella canaglia che ti sta vicino.
James e il suo complice avevano ascoltato la conversazione tra  Steve e Dale e per precauzione decidono di distruggere la cimice che li tiene in contatto con la polizia.
Dale è disperato, ormai si sente vicino alla morte, Steve è meno pessimista,  sa che le loro possibilità sono veramente poche, ma la speranza è sempre l'ultima a morire. Quando però Steve capisce  che i due manigoldi vogliono portarli in un altro posto si rende conto che è finita....
 
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Per tutto il giorno la sua mente era stata presa da Dale, ma ora doveva eliminarlo per un pò e concentrarsi solo sul suo lavoro! Arrivò con un quarto d' ora d' anticipo all' appuntamento, ma fu subito fatta accomodare. Entrando, Doris non credeva ai suoi occhi: c' era il gran capo in persona con Ridge al suo fianco.
*Allora è vero che Ridge Forrester non lavora più con la sua famiglia!*" Buongiorno!" disse Doris con fare sicuro ma anche rassicurante.
" Buongiorno Doris. Posso darti del tu, vero?" Ridge aveva un modo di fare deciso." Abbiamo letto il tuo curriculum e abbiamo notato che hai molte delle qualità che noi cerchiamo.    Tra l' altro conosci anche l' italiano, e come sai, per i nostri affari è molto importante. Noi avremmo bisogno di una persona che si occupi di gestire le sfilate, le campagne pubblicitarie, la stampa, e via dicendo. So che è un lavoro che svolgi già ed in maniera egregia nel locale di C.j., quindi non dovresti avere problemi..."
"Scusi! Lei ha parlato di sfilate. Ma non mi pare che la Marone' s Industries si occupi di moda..."
"In realtà è un nuovo campo per noi. Abbiamo da poco rilevato la Spectra Fashions. E' per questo che lavorerai principalmente per me. Direi che potresti iniziare già da lunedì."
"Ma io già lavoro all' Insomnia, e non posso andarmene senza preavviso. Inoltre...."
"Doris..." Ora era Massimo a parlare, con una voce calda e ferma, ma nello stesso tempo gentile "Tu non devi lasciare il lavoro all' Insomnia. Facciamo un periodo di prova qui da noi....Lavorerai part-time, per un pò. Con orari molto flessibili. Che ne dici?Se vuoi parlarne con ...tuo...marito....."
"Non sono sposata sig. Marone. E' solo una mia decisione.... Va bene! Mi avete convinto."
"Bene Doris! Quando verrai, troverai il tuo ufficio pronto. Arrivederci!"
"Arrivederci signori!"
Uscita dall' ufficio Doris era entusiasta...Però non capiva perchè avessero insistito tanto per volere proprio lei...poi un ricordo improvviso. <<...non c' è da fidarsi di Massimo Marone, amore...>> *Nick! Quanto mi manchi!Ma ormai ho deciso!*
Nello stesso istante Massimo si stava chiedendo come mai avesse mentito su Nick.......
 
 
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Era già passata più di una settimana da quando aveva scoperto che Steve suo figlio abitava li a Los Angeles, ma per un motivo o per l'altro non aveva avuto il coraggio di presentarsi da lui. Non dopotutto quello che gli aveva fatto.
Avrebbe dimenticato la storia della sorella e sarebbe tornata a casa dall'ex marito per chiedergli scusa sperando che lui l'avrebbe perdonata e tutto sarebbe tornato come prima.
Si recò quindi in albergo e presa carta e penna cominciò a scrivere una lettera di saluto per Steve. In un modo o nell'altro avrebbe fatto in modo che gli arrivasse.
 
"Caro Steve,
lo so che non ti aspettavi mie notizie e probabilmente dopo tutto quello che ti ho fatto neanche le desideravi.
Ma ora so che è giunto il momento di dirti il motivo per il quale sono a Los Angeles.
Stavo cercando la mia vera sorella e qualcosa sulla mia famiglia, ma purtroppo non è andata come desideravo. Poi cercando nell'archivio della biblioteca per caso ho letto il tuo nome.
Perdonami se non ho avuto il coraggio di presentarmi a te, ma come madre non sono mai stata un gran che.
Di una cosa sola sono sicura: io ti ho sempre amato e sempre ti amerò.
Ora ho deciso di tornare a casa, sperando che papà mi perdoni e che in un giorno, magari non lontano noi 3 potremmo nuovamente essere una grande famiglia come ai vecchi tempi. L'unica che abbia mai avuto.
Mi manchi
Julia"
 
Ad opera completa la donna fissò intensamente la lettera e il primo istinto fu quella di mandarla in mille pezzi e di scomparire per sempre dalla vita del figlio, ma per una volta sola nella sua vita doveva estrarre il suo coraggio e consegnare la lettera al figlio.
Con grande precisione scrisse sulla busta l'indirizzo e poi dirigendosi verso l'autobus che l'avrebbe riportata a casa, imbucò la lettera.
Felice di ciò che aveva fatto si voltò e da lontano vide che il suo passaggio verso casa stava per arrivare, colma di gioia pensò per l'ultima volta nella sua vita a come sarebbe stato bello essere di nuovo tutti e tre insieme e poi lievemente chiuse gli occhi.
 
Quella sera Julia non giunse mai a casa, ma neanche i 53 passeggeri del pullman 927 diretto a Berkley.
Un auto guidata da un certo Ernest Cohen sbucò improvvisamente da dietro ad una curva. L'impatto fra i due veicoli fu talmente violento che la macchina del dottor Cohen prese immediatamente fuoco e misteriosamente esplose provocandone la morte dell'autista e di tutti i passeggeri dell'autobus.
Oggi non sono ancora note le cause di questa terribile strage, forse il tempo potrà risolvere questo mistero...
 
 
(continua...)