Invece no……i passi si fermano giusto dietro di
lei, quindi la ragazza distoglie lo sguardo dal foglio e alza gli
occhi…………………………incontrando quelli di Ridge Forrester.
Alice si alza in piedi ma è troppo emozionata per dire qualcosa....Mai
avrebbe pensato di incontrare un Forrester, e si trova quindi impreparata per quell'inaspettato incontro. Dopo un attimo di silenzio da parte di entrambi,
è Ridge Forrester che, prendendo in mano la
situazione, decide di presentarsi....
"Salve signorina, mi chiamo Ridge Forrester, non volevo disturbarla ma il
suo disegno mi ha attirato molto e volevo quindi vederlo più da vicino...."
E così dicendo, Ridge Forrester prende in mano il disegno di Alice che
rimane sempre in silenzio, pensando a quanto era bello Ridge Forrester.....
"E' molto bello lo sa....immagino che lei sia una stilista o sbaglio??"
"Si, signor Forrester....mi chiamo Alice Solari". Riesce finalmente a dire.
"Allora lei parla...meno male stavo cominciando a preoccuparmi...."
Risponde divertito Ridge, facendo arrossire Alice.
"Se vuoi possiamo vedere assieme il suo disegno....nel frattempo le offrirò
qualcosa. Sempre se le va...."
"Certo signor Forrester.....ne sarei felice"
"Allora accomodiamoci qui.....e un'altra cosa, chiamami pure Ridge...."
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Pensandoci meglio, quella camera da letto è
proprio la stessa stanza che usò durante il primo periodo della sua
permanenza a Los Angeles. La stanza numero 101, all'attico, dell'hotel più
prestigioso della città. Le disposizioni dei mobili erano sempre le stesse,
ricordava a memoria tutti i minimi particolari. Cambiava solo la sua
situazione: tempo fa era una ragazza piena di vita, intenta a ritrovare il
suo passato ed a continuarlo nel modo in cui lo intendeva lei, oggi invece è
a Los Angeles per cancellare il passato e ricominciare tutto da capo. Ma
sempre dallo stesso uomo.
Dopo aver poggiato a terra i propri bagagli, Morgan si distende sul proprio
letto, per rilassarsi un pò dallo stressante viaggio ed incomincia a pensare
ad un piano giusto per avvicinarsi a Ridge...
-"Ecco cosa fare!"- esclamò la stilista. - "Innanzitutto dovrò recarmi
nell'ufficio di Brooke, l'ultima delle mie amiche, e chiederle un lavoro
come stilista alla Forrester. Bisognosa come sono non si tirerà di certo
indietro ad aiutare una sua vecchia amica... E poi, i miei modelli, si
avvicinano molto al suo stile seducente e sexy... Senza dubbio mi assumerà!
Da lì avrò strada libera verso Ridge ma... Certo, Taylor... Cosa farne di
lei? Bè... E' l'ultima cosa a cui pensare..."-
Dopo aver pianificato tutto nei minimi dettagli, De Witt decide di andare a
farsi un bel bagno nella vasca idromassaggio, prende il suo asciugamano, lo
posa vicino alla vasca e si immerge in acqua.
All'improvviso Morgan sente bussare alla porta ma di certo non può andare ad
aprire in quelle condizioni. Così fa finta di niente e si siede rivolta
verso l'altro lato. All'improvviso sente una mano che le stringe forte la
gola ed un'altra che le tira insistentemente i capelli: quelle di Taylor.
Morgan è sconcertata. Ma come avrà fatto a sapere che lei si trova qui? Poco
dopo arriva anche Stephanie con in mano un candelabro e... la colpì con un
solo colpo alla tempia... Per Morgan ormai è la fine...
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Era il primo giorno di lavoro
per Kay, si sarebbe dovuta occupare dei bambini Forrester, fra gli altri ci
sarebbero anche dovuti essere i figli di Ridge e Taylor. Sicuramente loro
avrebbero avuto un trattamento di tutto rispetto. Dopotutto non è che a lei
interessassero poi molti i bambini, ma l’idea di entrare in quella favolosa
famiglia e di avere magari anche un erede, sinceramente non gli dispiaceva
poi molto.
Eric gli aveva detto che si sarebbe dovuta occupare di almeno 30 marmocchi,
l’idea già la disgustava. La sera prima si era procurata alcune foto di
Phoebe, Steffy e Thomas, da studiare, nonché tutta la storia della famiglia.
Pensando a Ridge si disse che se fosse stata solo un po’ più giovane avrebbe
puntato il dito su di lui. Dopotutto aveva avuto una collezione di mogli,
che lei poteva definire una peggio dell’altra. Caroline molto probabilmente
non era altro che una stupida sentimentalista, Brooke sembrava la migliore,
ma non era altro che una sgualdrina e Taylor lei si che era una mentecatta.
Si dopotutto Ridge era un bell’uomo ma con un orribile gusto per le donne.
Kay si disse che le sarebbe molto piaciuto conoscere Morgan l’unica
appartenente all'harem di Ridge che sapeva cosa stava facendo. L’avevano
etichettata come una pazza , ma sicuramente era molto meglio di quella
Taylor. Si era proprio Eric l’uomo giusto per lei, sembrava sempre così
giovane, e poi c’era un certo tipo di eleganza che lo rendeva ancora meglio
di quanto fosse.
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"Kay" sentì pronunciare il suo nome e si volto, era Eric che le si
avvicinò e le chiese come stava andando il primo giorno di lavoro:
"Finche non vedo quei bambini odiosi tutto bene" pensò, poi
sfoderò forse il suo miglior sorriso e guardandolo fisso negli
occhi gli disse :"Non sono mai stata così contenta in vita mia".
Eric sorrise amorevolmente, quella donna cominciava seriamente a
piacergli e qualcosa gli diceva che anche lei lo aveva capito.
Kay ebbe un improvviso mal di testa, come se qualcuno o qualcosa
volesse informarla di un pericolo che stava per giungere...
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Anche Kay, sentì una voce che aveva un qualcosa di familiare e d’istinto si voltò…
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E' quasi l'una di notte, ormai, ma Stacy non
riesce a prendere sonno....l'inaspettata proposta del signor Forrester ha
messo Stacy in uno stato emozionale che non conosceva. "Sono d'avvero pronta
a lasciare la polizia per inserirmi nel campo della moda??". Infatti, il
signor Forrester, restando incantato dalla bellezza di Stacy, gli aveva
proprosto di lavorare come modella alla Spectra Fashions. "E così Ridge
Forrester è diventato presidente della Spectra Fashions....peccato la
Forrester Creations non sarà più la stessa senza di lui. Cmq. lavorare per
lui mi piacerebbe molto ma se lascio la polizia non potrò più avere
l'occasione per....." Improvvisamente, Stacy interrompe i suoi pensieri,
ricordando che doveva fare una telefonata: "in Italia dovrebbe essere
mattina con il fuso, meglio se lo chiamo subito" e così dicendo la ragazza
prende il mano il suo cellulare....
"Pronto..." Marcello, con voce ancora assonnata, risponde al telefono
"Ciao Marcello, sono Stacy, come stai? Sai chi ho incontrato qui a Los
Angeles?"
Troppo emozionata dall'idea di far felice il suo amico con la bella notizia
che sta per dare, Stacy non lascia a Marcello quasi il tempo di parlare....
"Ciao Stacy. E' sempre un piacere sentirti..." Cerca di dire Marcello
infilando queste parole in una piccola pausa di silenzio da parte
dell'amica" Chi potrai mai aver incontrato a Los Angeles???"
"Dale....."
"Dale.....?!?!" Marcello riceve la notizia come una doccia fredda
"Si, proprio Dale... l'ho incontrato per caso all'Insomnia e..." Stacy
troppo presa nel raccontare il suo incontro con Dale, non pensa minimamente
che Marcello tornato indietro con i ricordi non la sta seguendo più.
"E così me ne sono andata... certo che un tipo più simpatico te lo potevi
trovare no??!! Ma Marcello ci sei ancora??!" Chiede finalmente Stacy
accorgendosi che il suo amico era stato sempre in silenzio.
"Come??!! Si ci sono scusami... stavi dicendo??"
"Stavo dicendo che devi assolutamente venire qui a Los Angeles così
potrai...."
Di nuovo Marcello smette di ascoltarla e si perde nei pensieri
*Andare da Dale, magari... ma se peggioro le cose?*
Intanto Stacy continua...
"Ti servirebbe per chiarire la situazione....insomma queste sono cose che
non si posso spiegare in una lettera o al telefono."
"Lo so benissimo anche io, ma ti ricordo che è stato lui ad andarsene e non
sono mica il suo cagnolino che lo segue ovunque"
Marcello si rende conto che la pensa molto diversamente da quello che sta
dicendo. Vorrebbe correre subito da Dale.
Stacy, che lo conosce bene, capisce che non è completamente sincero
"Ma dai... ormai ti conosco bene e so che faresti di tutto per lui" Stacy è
proprio decisa a convincerlo "....e poi scusa hai assolutamente diritto ad
una spiegazione no....??!!"
"Stacy... sai"
"Vedi che non riesci a trovare neanche una scusa valida per non partire?"
Stacy continua dopo una breve pausa "Facciamo così, ti propongo una cosa, e
sai bene che io non mi arrendo finchè non sento un bel sì da parte tua.
Vieni qui a Los Angeles ma non per Dale...."
Marcello non capiva dove Stacy voleva arrivare...
"Verrai qui per trovare me ok??" Stacy aveva capito per telefono che
Marcello era rimasto troppo amareggiato da quella fuga e quindi doveva
cambiare tattica per portarlo a Los Angeles
*Se lo convinco e gli prometto che non gli avrei fatto incontrare Dale,
forse riesco a convincerlo e poi si sa...un incontro imprevisto può sempre
succedere come è successo a me.* Pensa Stacy tra sè....
"Va bene ci vengo, una vacanza mi serve davvero, ma non voglio sentire
parlare per nessun motivo di Dale" Cerca di chiudere Marcello, anche se la
sua voce è sempre meno convinta...
"Ma certo stai tranquillo. Hai la mia parola"
E Stacy interrompe bruscamente la chiamata, non vuole far dire altro a
Marcello, finalmente è riuscito a convincerlo.
Sentendosi più tranquilla, Stacy ritorna a dormire...ma il suo è cmq. un
sonno molto agitato.
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Dale è ancora molto scosso, ha capito che è troppo presto per poter
telefonare in Italia a Marcello.
Inevitabilmente i suoi pensieri si spostano anche su Doris, la sente
molto vicina e non vuole deluderla ancora prima di iniziare una
storia con lei.
*Devo chiamarla e mettere subito le cose in chiaro, non voglio
perdere Doris* e con questa idea in mente torna di nuovo all'
Insomnia.
Arrivato al locale nota con piacere che Stacy non è più presente,
affrontarla di nuovo in quello stato era l' ultima cosa che sperava.
Per fortuna Bridget, instancabile lavoratrice, si trova ancora nel
locale
"Ciao Bridget...."
"Ciao" risponde sorridente lei
"Mi spiace doverti disturbare sempre per chiederti dei favori..."
"Figurati Dale, dimmi"
"Avrei urgente bisogno di parlare con Doris Attard"
"Potrei darti il suo telefono di casa..."
"E' fuori città" la interrompe Dale
"Forse ho anche il suo cellulare, vado a vedere" e detto questo
Bridget si allontana.
Dopo dieci minuti, finalmente, torna con un pezzo di carta in mano
"Ecco il numero di Doris, ora ti lascio"
"Grazie" risponde Dale con soddisfazione
I due si salutano e Dale esce dal locale. Non trovando nessuna
cabina telefonica nelle vicinanze, decide di ritornare al parco
*Lì una cabina c' è*
"Sì....pronto? " risponde Doris un po' distrattamente
"Ciao Doris, sono Dale.... come stai?"
Doris rimane un attimo senza parole, una telefonata da Dale non se
la sarebbe mai aspettata.
"Ora che ti sento sto benissimo..."
"Qualcosa non va?"
Doris cerca di non fare trasparire le sue preoccupazioni
"No, non ti preoccupare...."
"Meno male.... Ti ho telefonato....." Dale è un po' titubante, non
sa come continuare "....ho delle cose importanti da dirti, ma vorrei
farlo di persona, al telefono non è facile"
Doris e' molto felice all' idea di rivederlo
"Mi farebbe molto piacere. Anch' io vorrei parlarti. Quando?"
"Ho pensato di passare a prenderti a casa tua tra un' ora circa, o è
troppo presto?"
"Purtroppo sono ancora fuori ma rientro domani mattina....Che ne
dici di cenare insieme? Facciamo alle 20 da me?" gli chiede
speranzosa Doris.
"Bene. A domani allora! " chiude Dale sorridente
*Finalmente qualcosa di positivo...*
Dale si lascia cadere sulla panchina stremato da quella giornata
davvero infernale. Stacy lo avevo completamente turbato, ma ora
cominciava a sentirsi anche in colpa per il suo comportamento
*Certo che sono stato un vero cafone, non mi riconosco più...*
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" Come stai oggi tesoro? " chiese Doris a suo figlio.
" Bene mamma! Devi andare via adesso vero? " Matt era sempre stato un
bambino molto sveglio, per cui a Doris piaceva dirgli sempre la verità " Si
tesoro.La mamma deve tornare a Los Angeles, ma appena posso torno di nuovo a
trovarti.Fa il bravo con la nonna, va bene? " Così dicendo Doris dovette
salutare Matt e Racheille e ripartire per Los Angeles. Ogni volta che
partiva sentiva quel senso di vuoto incolmabile, ma questa volta le sembrava
più accettabile visto ciò che le si prospettava per la sera.
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Per quella sera Dale preferisce saltare la cena, lo stomaco di certo
non avrebbe digerito neanche una briciola di pane. Così corre subito
a casa, si fa un bel bagno caldo e rilassante, e poi finalmente può
perdersi nei suoi sogni.
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Arrivata a casa Doris, non trovò nessuno così decise di farsi una bella
doccia.....Aveva tante cose da fare che non sapeva da dove doveva iniziare.
Per prima cosa decise di andare a far la spesa per la sera e dopo aver
preparato la lista uscì per comprare tutto ciò di cui aveva bisogno, non
senza aver lasciato un breve messaggio a Steve. Al suo rientro si mise ai
fornelli...
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"NOOOOO....." Dale si sveglia di soprassalto.
"Ancora questo incubo...." e si lascia cadere nuovamente sul letto,
forse amareggiato, ma anche sollevato dal fatto che era solo un
sogno. Erano già diverse notti che continuava a sognare il viso di
Marcello, di vederlo parlare ma senza riuscire a sentire mai nulla,
solo sussurri incomprensibili.
Un pensiero piacevole però gli fa subito tornare un mega sorriso
*Stasera a cena da Doris... sono troppo felice, e come sono
agitato!!*
Dale, finiti i rituali della mattina, si reca al lavoro. Stavolta è
una giornata molto intensa per lui con neanche un minuto di sosta,
ma per fortuna riesce a lavorare in allegria scambiando qualche
battuta con dei colleghi, lasciando tutti i suoi pensieri alle
spalle.
Durante l'ora di pranzo pensa a una sorpresa per Doris, ma non
riesce a trovare nulla di veramente speciale.
*Un anello.... ma figuriamoci, è troppo presto. Forse dei fiori...
di nuovo fiori, ma sì dai*
Sta per uscire dalla palestra quando entra Brooke Logan
"Salve Dale, le va di farmi un bel massaggio? Mi spiace molto per
ieri, ma sa, il lavoro alle volte non permette pause piacevoli"
I due conversano piacevolmente per qualche minuto, poi finalmente
Brooke si mette letteralmente nelle mani di Dale che l'aiuta nel
rilassarsi.
"Dale, mi sento rinata ora"
"Signora Logan ho fatto del mio meglio, è stato un piacere per
me..."
Brooke sorridendo lo interrompe "Troppo lusinghiero, certo che ha
una bella lingua oltre che delle mani delicatissime"
Dale arrossisce.
"E quelle guance rosse ti donano ancora di più. A settimana
prossima" e sorridente Brooke si
allontana.
Dale finalmente è soddisfatto del suo lavoro, si era lasciato
demoralizzare da un primo giorno davvero spento.
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Il sole già alto nel cielo,
emana i suoi caldi raggi sulla città di Los Angeles, riscaldando il via vai
delle persone....; ognuna con i propri pensieri e segreti....
Dopo aver dormito fino a tardi e dopo aver pranzato, Stacy decide di passare
al cimitero per portare dei fiori sulla tomba della sorella.
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Erano ormai le 3 p.m. quando finì di preparare tutto così decise di andare
al cimitero......Inginocchiata sulla tomba di Susan, Doris non poteva credere
che fosse davvero successo quello che Suzy temeva....Era convinta che non
era stato un banale incidente, ma lei non sapeva di certo come svolgere le
indagini. Avrebbe dovuto affidarsi alla polizia......Si! L'indomani mattina
sarebbe andata alla centrale e avrebbe detto tutto ciò che ricordava dei
timori di Suzy.....Forse l'avrebbero ascoltata.....
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Arrivata nei pressi della tomba, però, si ferma perchè c' è già una persona inginocchiata. Stacy non può fare a meno di osservarla, e non ricordando di averla vista prima si chiede chi sia e come mai pianga così tanto......Stacy vorrebbe fermarsi per conoscerla ma, non essendo nè il momento nè tanto meno il luogo adatto per conoscere persone nuove, decide di allontanarsi..."Se sarò fortunata la incontrerò in un altro momento..." si dice e va via per non disturbarla.
Mentre pensava a tutto
ciò Doris non riusciva a frenare le lacrime, e non si accorse di essere
osservata.....
Quando si alzò per andare via pensò che forse era il caso di andare all'
Insomnia per confermare il suo rientro al lavoro per il giorno dopo....
Girovagando senza una meta precisa e immersa com'era nei suoi pensieri, Stacy non si accorge che il tempo è passato velocemente e che senza volerlo si ritrova davanti all' Insomnia. Vedendo che erano già le 18.00, decide di fermarsi e di prendere qualcosa....
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Entrata nel locale, Stacy cerca con lo sguardo Bridget che sta parlando con
una ragazza...Stacy rimane sorpresa perchè è la stessa ragazza che aveva
notato al cimitero. Essendosi accorta di lei, Bridget le fa cenno con la mano
di avvicinarsi. Appena le raggiunge, Bridget la presenta a Doris, spiegando
che è la sorella di Suzy. Ancora con gli occhi umidi Doris abbraccia Stacy e
sedendosi ad un tavolo incominciano a parlare di Suzy...
"Sediamoci qui vuoi?" propone Doris a Stacy." Sono così addolorata per la
perdita di Suzy! Immagino che i vostri genitori siano inconsolabili! Porgi
loro le mie condoglianze. Vuoi?"
"Ti ringrazio! Eri molto amica di Susan?"
" Si abbastanza. Spesso ci fermavamo a parlare di noi! Sai che non mi aveva
mai detto di avere una sorella grande? "
" Vedi! Lei fu adottata da piccola ed io ho aspettato troppo per venire a
conoscerla...."
" Capisco! Che lavoro fai?"
" Sono nella polizia! Ma sinceramente sto pensando di abbandonarla....Dopo
la morte di Susan mi pare inutile....."
" Non dire così! Susan ti avrebbe di certo chiesto di aiutarla e come
potresti farlo se non sei più una poliziotta?"
" Che vuoi dire? "
" Vedi! Suzy da un pò di tempo riceveva giornalmente una rosa nera con un
biglietto raccapricciante...L'autore si firmava....se non sbaglio....Blackjack....
Era convinta che tutto ciò avesse a che fare con il suo passato...Non ne
aveva voluto parlare con i suoi per non farli preoccupare ma credo che se
l'avesse fatto ora sarebbe qui!"
" Non sai nient'altro che mi possa aiutare?" chiese Stacy speranzosa.
"No, mi spiace! Non mi viene in mente nulla!" Ti faccio sapere! Dove ti
trovo?"
" Abito a casa dei genitori adottivi di Susan. E questo è il mio cellulare.
Chiamami a qualsiasi ora, ok?"
" Perfetto!......Accidenti quanto è tardi! Devo scappare.E' stato un piacere
conoscerti! Spero di rivederti presto." disse Doris alzandosi.
" Ciao Doris. E' stato un piacere anche per me! A presto!"le rispose Stacy.
Così Doris andò via di corsa.......
Rimasta sola Stacy rimane ancora immersa nei
suoi pensieri... Le continuano a tornare in mente le parole di Doris....
Suzy... riceveva... una rosa nera con un biglietto raccapricciante...
L'autore... Blackjack.... Era convinta che tutto ciò avesse a che fare con il
suo passato...Susan ti avrebbe di certo chiesto di aiutarla
E ora? Cosa avrebbe potuto fare? Cosa doveva fare?
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Giunta a casa Doris si preparò per la cena. Controllò che fosse tutto in ordine."
Bene! Qui mi pare tutto al suo posto" Doris era emozionatissima...Da quando
Dale l' aveva chiamata non aveva fatto che aspettare la cena. Era ancora
triste per ciò che era successo a Susan e certo l' incontro con Stacy non
era stato facile, ma qualcosa le diceva che la serata sarebbe stata molto
piacevole....
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"I signori viaggiatori sono pregati di allacciare le cinture."
Quella voce riporta alla realta' Marcello. Solo questa mattina era nella sua
casa di Napoli ed ora, dopo una chiacchierata al telefono con Stacy, eccolo
su di un aereo di linea che sta per atterrare a Los Angeles. Non era certo
la prima volta, quella, che prendeva un aereo; le altre volte pero' il
viaggio era stato deciso ed organizzato settimane prima, questa volta invece
giusto il tempo di mettere qualcosa in valigia, prenotare un posto sul primo
aereo in partenza da Roma, mettersi in macchina e fare tutta una tirata fino
a Fiumicino. Per un attimo pensa anche alla reazione che avrebbe avuto la
madre non vedendolo a pranzo ma quello era il minimo, ormai era abituato
alle sue reazioni esagerate e snob e non ci faceva piu' caso.
"Fra qualche minuto atterreremo all'aeroporto di Los Angeles.."
"Ecco! Ci siamo!" pensa e, contemporaneamente, una serie di dubbi lo
assalgono. Stacy gli aveva detto che assolutamente Dale gli deve una
spiegazione e che la situazione va chiarita ora pero' comincia ad avere
paura.. Cosa gli avrebbe detto? Cosa avrebbe fatto?... "Oh! al diavolo!" La
cosa che ora gli importa di piu' e' ritrovare Dale ..poi ci avrebbe pensato.
Dale..il solo fatto di aver pronunciato mentalmente quel nome gli ha
stampato un bel sorriso sul volto, uno di quei sorrisi che come sempre
riuscivano ad incantare le persone che entravano nel suo raggio d'azione, e
infatti si accorge che la hostess guardandolo estasiata lo sta salutando
speranzosa in un suo eventuale approccio. Marcello in questo momento ha
altro per la testa, cosi' saluta gentilmente e si avvia velocemente alla
fermata dei taxi
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Il pomeriggio scappa in fretta e finalmente arrivano le 5.
"Io vado, ho un impegno stasera e non vorrei fare tardi" saluta Dale
"A domani"
*Vediamo se anche questa volta riesco a perdermi* pensa tra sé Dale
*Dov'era il fioraio? ....però quanta gente ...o ecco finalmente il
fioraio*
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"Al Sofitel Hotel per favore"
Seduto dietro, Marcello comincia nuovamente a farneticare."E se Dale non
volesse nemmeno vedermi?"
Non riesce a capire per quale motivo una cosa del genere possa accadere ma
nello stesso tempo ne ha paura.. Comincia a sentirsi gli indumenti che gli
si appiccicano addosso. Succedeva sempre cosi' quando era agitato, e Dio
solo sapeva se non lo era in questo momento.
Apre il finestrino sperando di sentire un po' di refrigerio e guarda fuori..
Beverly Boulevard, una delle strade piu' frequentate di Los Angeles, e' un
brulichio di gente di ogni razza e colore e dall'autovettura in corsa sembra
un mare in movimento. Ad un tratto il taxi si ferma ad un semaforo e
Marcello inquadra meglio qualche individuo in quella massa informe.. ad un
tratto sente il cuore che gli si ferma quel tizio che ha appena urtato
involontariamente un passante
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Dale, arrivato a casa, finalmente riesce a calmarsi
*Ma perché faccio così, non ho nulla da nascondere* ma il rimorso
verso Marcello non lo fa stare completamente in pace.
Ora è certo di dover parlare a Doris del suo passato, anche se ha
paura di questi eventi che stanno cominciando a sfuggirgli di mano
rendendo la situazione stressante.
*Una doccia, magari riesco a lavare via tutti questi pensieri*
La doccia è servita perché Dale, arrivato a casa di Doris, si sente
stranamente allegro, ma è questo l'effetto che lei gli provoca ogni
volta.
Guarda l'orologio *Oggi sono proprio puntuale* e suona il
campanello....
Driinn...driinn...." Eccolo! E' arrivato! " Doris corse ad aprire la porta.
" Ciao Dale! Accomodati!" Dale entrò in casa ansioso di parlarle di
Marcello, ma ebbe paura delle sue reazioni, così decise di farlo dopo cena.
Non sapeva in effetti come si sarebbero trovati dopo quella cena al Cafè
Russè....
" Di qua Dale...La cena è pronta...Spero che le mie doti culinarie ti
soddisfino..." Doris era agitata....Anche lei, come Dale, avrebbe voluto
parlargli di qualcuno che era stato importante, di Nick, e dirgli tutto di
suo figlio, ma aveva ancora delle riserve, per cui decise che avrebbe atteso
il momento giusto...
" Allora Doris, dove sei stata di bello?"
" Sono dovuta andare a Santa Cruz da mia madre......nulla di grave per
fortuna.....E tu Dale cosa hai fatto in questi giorni?"
" Ho trovato un lavoro come massaggiatore alla Forrester's Creations.E' un
pò noioso ma almeno è un inizio..."
" Davvero!?!?! Sono così contenta per te!!! Hai visto qualcuno di quella
famiglia? Sai li vedo così irraggiungibili!!!"
" Si, ho fatto il colloquio con Brooke Logan Forrester, e oggi le ho anche
fatto un massaggio rilassante.... "
A quelle parole Doris provò un pò di gelosia nei confronti di quella donna,
ma non lo dette a conoscere a Dale.Passarono gran parte della cena a parlare
del più e del meno, finchè Doris non prese in mano la situazione:" Per
telefono hai detto che volevi parlarmi di una cosa importante....Cosa volevi
dirmi?"
" Ecco...vedi...Io..." Dale fa fatica e non trova le parole * Come posso
dirglielo?* pensa, angosciato. Doris lo vede in difficoltà, ma non sa che
fare...Non si sente ancora di parlargli del suo passato...Presa allora da un
istinto irrefrenabile gli da un bacio...Dale è spiazzato: Aveva tanto
desiderato quel bacio che tutto il resto passò in secondo piano. Ebbe solo
la forza di dirle :" Oh, Doris!!! Mi sei mancata! Ti desidero tanto! "
" Anch' io, Dale!" rispose Doris continuando a baciarlo....
Quella sera Dale non tornò a casa.......